Gli inquinanti più inutili
Gli agenti inquinanti che maggiormente saltano all’occhio sono, ovviamente, quelli macroscopici: immense chiazze di petrolio, isole di spazzatura, sacchetti, rottami, pattumiera e scarichi in genere ma in questo mare di degrado ambientale ci sono purtroppo particelle che contaminano e inquinano a livello più subdolo e distruttivo, invisibili e impensabili, sono le microparticelle di plastica.
Ce ne sono migliaia per ogni metro cubo di acqua di mari ed oceani, senza trascurare il fatto che alcune tra le zone maggiormente inquinate al mondo sono localizzate intorno alle nostre amate coste. I danni che provocano dal punto di vista ambientale sono indescrivibili e incalcolabili perchè non è praticamente possibile ripulirle o decontaminare questo stupido e inutilissimo prodotto di scarto, tanto superfluo quanto letale.
Basti pensare che la maggior parte di queste microparticelle di plastica (Sì!!! PLASTICA!!!) si trova nei famosi dentifrici a microgranuli, negli scrub e in numerosi prodotti cosmetici. Ma è possibile concepire di lavarsi i denti con una pasta dentifricia mista a palline di plastica? Esiste un buon senso?
Ovviamente no !!! Esistono solo e solamente gli interessi di marketing!!! E la situazione è particolarmente aggravata dal fatto che queste microparticelle di plastica non sono filtrate dai tradizionali impianti di depurazione per cui se ne giungono tranquillamente a mari ed oceani.
Di tutti i prodotti inquinanti al mondo credo che questo sia il più ovviabile in assoluto visto che dei microgranuli nel dentifricio possiamo veramente farne a meno!
Ma la cosa drammatica è che una volta rilevato il danno ambientale le compagnie non è che intervengono a nessun livello! E i prodotti continuano e continueranno a brillare, magari scontati, sui banchi dei supermercati e nelle vetrine di cosmesi.
Lasciare da parte, per una volta, i propri interessi e curarsi di un interesse ben maggiore? Buttare via tutte queste poltiglie in maniera oltremodo curata e regolamentata trattandosi di veri e propri rifiuti contaminanti?
No!!! Sono già avviate le trattative tra ambientalisti e le case che utilizzano questi prodotti ma ovviamente, fino a quando non ci saranno leggi scritte, le cose rimarranno come sono peggiorando di giorno in giorno. Perchè il buon senso a livello industriale non riesce proprio ad esistere!
Pubblico di seguito alcuni estratti sull’argomento con le relative fonti:
Microgranuli nei cosmetici
Le multinazionali ci stanno nascondendo la verità sui microgranuli inquinanti presenti nei cosmetici. Nel Regno Unito le maggiori aziende del settore sono state accusate di nascondere ai consumatori la verità sulle microplastiche dato che hanno rifiutato di presentarsi in Parlamento per rispondere ufficialmente a delle domande sull’impatto dei loro prodotti cosmetici sugli ecosistemi di mari e oceani.
Insomma, le solite multinazionali continuano a produrre cosmetici senza tenere troppo conto dell’impatto dei prodotti sull’ambiente e sulla salute. Alcune aziende hanno trovato delle alternative ai microgranuli di plastica mentre altre hanno fissato delle date entro cui metterli al bando. Nel frattempo possiamo benissimo fare a meno di acquistare determinati prodotti se vogliamo contribuire a ridurre l’inquinamento.
Ci sono altre problematiche relative ai microgranuli nei cosmetici. Infatti queste microsfere di plastica non sono solo inquinanti ma possono danneggiare la pelle e gli occhi perché rendono i prodotti per il viso troppo abrasivi a parere degli esperti. Le aziende raccomandano di evitare di utilizzare scrub e prodotti con microgranuli nella zona degli occhi ma può capitare che utilizzando un detergente per il viso con i microgranuli alcune particelle possano finire negli occhi, con il rischio di danneggiare la cornea, che è la parte più sensibile del nostro corpo. Gli scrub per il corpo e per il viso possono causare arrossamenti, abrasioni e irritazioni della pelle.
I microgranuli inquinano mari e oceani
Sappiamo che la plastica rappresenta il rifiuto che minaccia maggiormente gli oceani del nostro Pianeta. Le microplastiche sono una minaccia ancora maggiore perché sono molto piccole, quasi invisibili, e perché proprio per le loro dimensioni minuscole non vengono catturate dai depuratori delle acque reflue.
Questo problema riguarda mari e oceani con gravi conseguenze per gli ecosistemi dato che la plastica non dovrebbe assolutamente essere presente in questi ambienti.
Tenete conto che contenuto in microplastiche dei prodotti cosmetici supera, talvolta, in peso la plastica di tutto il tubetto o la boccetta in cui sono venduti e che per questo motivo sono nate delle proposte di legge per eliminare i microgranuli di plastica dai prodotti industriali e salvare gli oceani.
I microgranuli uccidono i pesci e finiscono nella catena alimentare
I microgranuli che raggiungono mari e oceani finiscono per essere ingeriti dai pesci fino ad ucciderli e rischiano di entrare a fare parte della catena alimentare. Alcune ricerche hanno rinvenuto i microgranuli sia nei pesci che nei crostacei oltre che nel sale marino in vendita al supermercato. Per via dell’inquinamento a cui purtroppo noi stessi stiamo contribuendo rischiamo di ingerire delle microparticelle di plastica senza nemmeno rendercene conto.
Proprio in questi giorni Greenpeace ha lanciato una nuova denuncia sull’incremento della presenza delle microplastiche negli oceani e sul fatto che ormai sia fin troppo facile identificare dei microgranuli nei pesci e nei frutti di mare.
Una volta arrivate al mare, le microplastiche possono sia assorbire che cedere sostanze tossiche ed è dimostrato che vengono ingerite da numerosi organismi: pesci, crostacei, molluschi.
Ora il mondo dovrebbe agire su due fronti: la richiesta rivolta alle aziende da Greenpeace e non solo parla di una vera e propria messa al bando delle microplastiche, mentre i consumatori possono evitare di acquistare i prodotti che contengono veri e propri microgranuli di plastica e dare il via a un boicottaggio per salvare il Pianeta.
- Firma qui la petizione per mettere al bando le microplastiche e salvare gli oceani.
- Fonte: https://www.greenme.it
Altre fonti di approfondimento:
Paolo Goglio