Crisi aziendali: come salvare l’impresa prima che sia troppo tardi
OLGIATE MOLGORA – «Quando i bilanci cominciano a scricchiolare e la situazione inizia a manifestare delle criticità, sia economiche sia finanziare, l’imprenditore si trova di fronte a un bivio: proseguire o fermarsi? In sostanza, prima che si entri nel tunnel della vera e propria crisi aziendale, c’è una fase in cui si possono adottare misure efficaci per salvaguardare l’azienda, tutelare i lavoratori e proteggere il patrimonio del datore di lavoro. Vogliamo dare agli imprenditori alcuni strumenti utili a “decifrare” la mappa della crisi e capire come muoversi»: così Sandro Feole, titolare dello Studio Feole Centrimpresa (039.9900934), presenta il seminario che si tiene mercoledì 22 marzo (inizio alle ore 17) presso la sede di Olgiate Molgora (Via al Lavatoio 1), nell’ambito del programma “Milano è qui”, sul tema “L’impresa oltre la crisi. Le procedure concorsuali: un’opportunità da considerare? Anticipare gli effetti negativi, valutare le attività preventive: una visione nuova dopo le esperienze di questi anni”, con interventi di Sandro Feole, Giovanna Rango (Foro di Milano), Niccolò Nisivoccia (Foro di Milano), Gaetano Laghi (Foro di Napoli) e coordinamento di Franco Lo Passo (Foro di Milano). L’idea del seminario nasce dall’esperienza di Feole come vicepresidente dell’Associazione San Giuseppe Imprenditore e responsabile “tecnico” del Telefono Arancione, il servizio di ascolto e aiuto per imprenditore in grave difficoltà.
«Il Telefono Arancione è una ciambella di salvataggio data a chi sta per annegare», racconta Feole in un’intervista a Business People. Dietro al Telefono Arancione, partito nell’estate 2016 e che ha già registrato centinaia di telefonate, l’associazione sta cercando di creare una rete di professionisti a livello nazionale in grado di fornire servizi gratuiti di prima assistenza agli imprenditori in forte difficoltà. «E’ importante avviare percorsi di accompagnamento, la scelta dei professionisti che aiutano le imprese a chiudere l’attività o metterla al riparo è fondamentale. Al momento riusciamo a gestire una ventina di casi al mese, speriamo di allargare la rete di partner per aumentare il numero», conclude Feole.